Quante volte ci sorprendiamo a:
- Ridere per educazione, anche quando non ne abbiamo voglia?
- Dire “Tutto bene!” quando invece siamo esausti?
- Interpretare il ruolo del “professionista perfetto” mentre dentro sentiamo l’ansia di non farcela?
Jean-Paul Sartre chiamava questa recita mauvaise foi (mala fede): un inganno in cui crediamo di essere la maschera, dimenticando di poterla togliere. Per evitare l’angoscia delle scelte e delle possibilità, fingiamo di avere un’essenza fissa. Ma l’uomo, come scriveva Sartre, “non è ciò che è, ma ciò che sceglie di essere”.
Cosa succede quando la performance sociale diventa una gabbia? E come può il coaching aiutarci a ritrovare un’esistenza autentica?
1. Perché Indossiamo Maschere?
Il manager che “deve sempre essere forte” e reprime ogni dubbio, il genitore che “deve avere tutto sotto controllo” e non ammette mai stanchezza, l’amico che “deve essere sempre disponibile” anche a costo di annullarsi. Perché non riusciamo a farne a meno?
- Sicurezza e fuga dall’angoscia
La maschera ci dà un’illusione di stabilità, un rifugio dalla paura del vuoto e della libertà. - Approvazione sociale
La società premia chi aderisce ai ruoli: il cameriere “perfetto”, il genitore “irreprensibile”. Ci alieniamo per essere amati, rinunciando all’autenticità. - Pigrizia esistenziale
Scegliere davvero è faticoso. La maschera è una non-scelta: il manager che “deve essere forte” evita di guardare le proprie fragilità. È più comodo seguire uno script.
Spesso e ci ritroviamo a dire frasi come: “Io sono questo”, “Devo essere così, non ho alternative”.
2. Come riconoscere le proprie maschere e come liberarsene?
Non si tratta di eliminare i ruoli sociali (sarebbe impossibile!), ma di smettere di identificarci con essi. Siamo sempre in divenire: definiti non da un’identità fissa, ma dalle scelte che facciamo, attimo dopo attimo.
Esercizio: La Maschera e il Volto
- Prendi un foglio e dividilo in due:
- A sinistra, scrivi “La maschera che indosso più spesso” (es. “Il Vincente”, “La Persona Perfetta”).
- A destra, scrivi “Cosa nasconde?” (es. “La paura di deludere”, “La stanchezza”).
- Chiediti: “Cosa accadrebbe se per un giorno vivessi senza questa maschera?”
3.Conclusione
Vivere autenticamente non significa rifiutare i ruoli sociali, ma viverli con presenza, sapendo di poterli trasformare in ogni momento.
L’eredità di Sartre ci ispira a:
- Riconoscere le maschere.
- Abbracciare la libertà, anche quando fa paura.
- Scegliere attivamente chi essere, senza fossilizzarci in un’identità rigida.
Perché la vita non è un copione da seguire, ma una possibilità da inventare